Il segreto dell’amore: é sempre sopraffazione.

Confidenza (Italia, 2024)
Regia: Daniele Luchetti
Cast: Elio Germano, Federica Rosellini, Vittoria Puccini, Pilar Fogliati, Isabella Ferrari, Elena Arvigo, Giordano De Plano, Luca Gallone, Bruno Orlando
Produzione: Indiana Production e Vision Distribution
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 136’
Genere: Drammatico

Segreti e bugie. Quelli con cui si cresce attraverso la “pedagogia della paura”. Quella che ti segna, a prescindere se in-segni o insegni per rendere gli altri, studenti, figli, amori, liberi.

Luchetti torna a essere ispirato da un romanzo di Domenico Starnone, come già negli anni Novanta con La scuola, e questa volta realizza il suo film più complesso. Al centro la vita di Pietro, un professore di liceo, molto amato dai suoi studenti. Il prof trova l’amore con Teresa, un’ex studentessa. Da quando lei gli propone di confidarsi reciprocamente un segreto mai rivelato a nessuno, le cose cambieranno profondamente non solo fra loro. Diventeranno entrambi famosi ma la consapevolezza di ciò che Teresa sa e che potrebbe rivelare perseguiterà Pietro.

Una sceneggiatura ferrea, scritta dallo stesso regista insieme al bravissimo Francesco Piccolo, che ha tanto del carattere di quelle che realizza Marco Bellocchio. C’è tanta introspezione, moltissimo non detto, non solo nel senso letterale, e tutto contribuirà a rendere il grido sordo, lo sguardo oltre e l’immaginazione dentro.

C’è un prima che diventa un segreto fino alla fine inconfessabile. E non solo sullo schermo, fra i personaggi della storia, ma anche in sala lo spettatore fa l’esperienza dell’esclusione.  

Luchetti si affida a un cast di attori in stato di grazia, con Elio Germano, un visconte dimezzato, capace di donare amore ai suoi studenti ma non capace di gestirlo. Sa spiegarlo, a parole, ma non sa gestirlo nei fatti. Perché il segreto, la confidenza, non riesce a rivelarla neanche a se stesso. Ma straordinaria anche Federica Rosellini, credibili Vittoria Puccini e Pilar Fogliati.

Sin dall’inizio, la vertigine e la paura ossessionano Pietro, che diventa incarnazione dell’uomo in fuga da se stesso, incastonato negli splendidi luoghi bui, lugubri e notturni, merito della fotografia di Ivan Casalgrandi, degno di nota anche il montaggio (Aël Dallier Vega), specie nella prima parte del film, ci si addentra negli spazi, che sembrano sempre più assomigliare a ciò che si muove dentro Pietro e le altre donne intorno a lui. E dentro ciascuno di loro c’è il dolore della perdita ma anche quello del ritrovarsi impossibilitati a esserci. In questo trambusto, i cluster delle musiche del genio Thom Yorke contribuiscono ad acuire uno stato di grande perdita e confusione. Non è un caso se in questo lavoro Luchetti ricorre spesso alla profondità di campo, dove il maschio ha uno sguardo comunque più lucido, rispetto ai suoi progetti, che non riesce a vedere tale in quello femminile: Confidenza è un film molto femminista, nonostante in esso la paura è donna. Molte delle protagoniste assomigliano a quelle della storia ma anche alle donne del presente. C’è un sentimento dissimile fra i due sessi, una concessione che non è alla pari. Tradirsi rimane una possibilità solo maschia e Luchetti lo denuncia fortemente. Al modo di come afferma chiaramente quanto il bisogno di controllo e autocontrollo, anche quando ci si può impegnare, non è immaginabile, non fosse altro perché il narcisismo umano acceca.

E il tema dell’infelicità non è solo di Pietro e delle sue donne, ma anche di chi frequenta una scuola stantia e poco abituata a scardinare i programmi e il sistema. Non è un caso la costante della vertigine, per tutta la durata del film, grazie anche alle inquadrature dall’alto, a volte da una finestra, altre da tetti di hotel, con stelle che costituiscono una specie di premonizioni. Soprattutto intorno al tema dell’amore: “Non è mai alla pari, è sempre sopraffazione”.

Lascia un commento